JAPAN. MAESTRI D'ORIENTE. Hokusai, Hiroshige, Kuniyoshi, Kunisada... | 2 maggio-5 giugno 2022
Una straordinaria selezione di oltre
100 opere, provenienti da collezioni private. Dai Manga e dai Gafu di
Hokusai, alle Cento famose vedute di Edo di Hiroshige, dai ritratti
degli attori Kabuki di Kunisada ai samurai di Shuntei, dalle
Quarantotto famose vedute di Edo di Hiroshige II ai racconti
visionari di Kuniyoshi. Saranno esposte inoltre antichità originali
del periodo Edo (1603-186). Un viaggio, attraverso la lente
d’ingrandimento dell’arte, nelle tradizioni, nella storia, nei
paesaggi, nel mito di un grande paese, il Giappone, che darà sfogo
alla fantasia di tutti, che getterà una nuova luce sulle
“conoscenze” già acquisite, aprendo nuovi scenari. Un’
operazione culturale che non vuole fare sentire solo più erudito il
suo pubblico, ma vuole anche offrire gli spunti per una riflessione
postuma: l’osservazione e la comprensione “dell’altro”
necessita di una pluralità di sguardi, il nostro solo punto di vista
non basta. L’Ottocento giapponese segna l’apice della
produzione artistica Ukiyo-e, meglio nota come “Immagini del Mondo
Fluttuante”, fenomeno già avviatosi nel Seicento quando gli
artisti iniziano a prestare attenzione a quello che succede nei
grandi centri urbani (Edo, Kyoto, Osaka). Se all’inizio sono attori
e cortigiane a farla da padrone, l’Ottocento con Hiroshige e
Hokusai segna il dominio del paesaggio. Le xilografie vengono
prodotte in massa, ma con una qualità unica nella storia della
stampa, per entrare in tutte le case e vendute come souvenir negli
empori di ogni quartiere; sono il frutto di un attento e meticoloso
lavoro di squadra, di una stretta collaborazione tra l’artista che
realizza l’immagine su carta, l’incisore che la incide sui
blocchi di legno, colore per colore, e l’editore che soprintende
alla buona riuscita del tutto. Sono queste stampe che nel XIX° sec.
richiamano l’attenzione e influenzano le avanguardie artistiche
europee del tempo fino ad arrivare alla cultura pop contemporanea
(manga, anime, tatuaggi).
Rembrandt ha una ventina d’anni
quando “scarabocchia” la sua prima acquaforte, forte della sua meravigliosa tecnica, che ne ha fatto il più abile e raffinato degli
incisori di mestiere. E’ proprio nei grandi cicli grafici, che
hanno fortemente influenzato la cultura visiva europea, che Rembrandt
ha creato il suo mito. Rembrandt si serve delle diverse
tecniche incisorie: acquatinta, acquaforte, bulino, puntasecca,
spesso combinandole nella medesima opera, intervenendo costantemente
sulla lastra nelle varie fasi del processo d’incisione. Nel solco dell'artigianato perfetto
della sua arte e della profondità del suo sguardo verso la natura
umana, Rembrandt è ancora oggi, senza eguali, il maestro supremo
dell’arte dell’incisione, uno dei primi ad esplorarne tutta la
potenza espressiva, il primo ad apprezzarne il potere nella resa dei
valori tonali. La nostra mostra intende omaggiare la
grande figura di Rembrandt, protagonista assoluto del ‘600,
attraverso l'esposizione delle sue più significative e
rappresentative incisioni. Un tributo sincero e profondamente
rispettoso, a 350 anni dalla sua morte, alle sue idee complesse e
convulse, figlie dell’epoca e degli umori di quel particolare
momento storico. Attraverso le sue opere ne evidenzieremo la vita e
il genio, anche attraverso la ricostruzione dettagliata del suo
ambiente di lavoro e la creazione della ”camera oscura” nella
quale saranno esposte, con la concessione speciale da parte del
Rijksmuseum di Amsterdam e della Mauritshuis de L’Aia, le
riproduzioni ad altissima definizione dei suoi più famosi dipinti in
backlight ed in scala 1:1.
ANTONIO LIGABUE. Vita, opere e oggetti di un geniale artista | 19 gennaio-17 febbraio 2018
Dal 19 Gennaio al 17 Febbraio 2018,
nelle sale espositive del Museo del Presente di Rende, per la prima
volta in Calabria, una mostra tematica ripercorre la vita di Antonio
Ligabue, fra i maggiori pittori del Novecento. L'artista, considerato folle, visse una
vita ai margini, costantemente segnata da problemi fisici e mentali,
che emergono con impeto dai colori, dai soggetti e dalle tematiche
raffigurate nelle sue opere. Entrava ed usciva dal manicomio,
incompreso, brutto ed inaccettato dalle donne, preferiva gli animali
agli uomini, la solitudine della campagna alle “chiacchiere” del
paese. Ma non era uno sciocco, quello che faceva e dipingeva era
voluto e andava borbottando spesso: “a me faranno un film…, a me
faranno una grande mostra a Parigi…., perchè me sono un grande
artista”. Il circo, gli animali spesso
raffigurati in lotta tra loro, il proprio volto, che nei numerosi
autoritratti fissa l'osservatore con sguardo intenso e profondo,
rappresentano i principali soggetti della sua produzione artistica. “Egli resterà uno dei grandi enigmi
del nostro tempo” diceva Anatole Jakovsky, padre spirituale della
naïveté europea, che non se la sentì di includerlo nel firmamento
naïf. Il grande artista della Scuola Romana Marino Mazzacurati lo
definiva “non pittore naïf, ma grande artista espressionista”. Noi abbiamo sottotitolato la mostra
definendolo “geniale artista” perchè talento puro, senza alcun
riferimento pittorico o bagaglio culturale, istintivo e primordiale
come Garrincha e Maradona, un dono di Dio. Negli anni ottanta una sua
retrospettiva venne visitata da oltre duecentocinquantamila persone. La mostra curata dall'Associazione N.9,
in collaborazione con la Casa Museo Ligabue di Gualtieri ed il Comune
di Rende, offre ai visitatori oltre 40 sue opere tra dipinti,
sculture, incisioni, disegni e oggetti personali.